In Italia le aziende private godono della metà di sussidi pubblici rispetto alla Germania. Lo rivela un rapporto del Met (Monitoraggio Economia e territorio) sulle politiche industriali in Italia, presentato oggi all'Università di Roma Tre e realizzato interpellando 25.000 imprese su tutto il territorio nazionale. Secondo i dati raccolti, che prendono in considerazione tutti gli interventi pubblici erogati alle imprese, a livello nazionale e regionale in base ai diversi interventi legislativi in materia, dal 2002 al 2008 le risorse per le politiche industriali destinate ai diversi settori produttivi (esclusi quelli aeronautico e aerospaziale) sono crollate del 63,6%, con un calo del 23,2% solo nell'ultimo anno. Se invece si prendono in considerazione i finanziamenti totali alle imprese, a prezzi costanti e includendo i settori aerospaziale e aeronautico (che assorbono il 40% degli aiuti) dal 2008 a oggi si è registrato un timido aumento del 2,3%. «Il calo dei fondi alle imprese è molto accentuato - commenta l'economista Raffaele Brancati, presidente del 'Met' - il problema è che manca una prospettiva per interventi definiti, obiettivi chiari e strumenti di verifica dei risultati delle risorse pubbliche utilizzate»La lievissima ripresa delle erogazioni di fondi pubblici alle imprese nel corso del 2008, spiega il rapporto, è attribuibile quasi esclusivamente ad un solo intervento pubblico, la legge 808 del 1985 per i settori aerospaziale e aeronautico. Pochi strumenti legislativi hanno fatto registrare nell'ultimo anno una variazione positiva delle risorse messe in campo per la politica industriale italiana: le risorse erogate dal Far, il fondo agevolazioni per la ricerca, sono aumentate del 33,5% per un importo di poco inferiore ai 310 milioni di euro nel 2008; quelle relative ai Pia Innovazione sono cresciute del 9,2% a 204 milioni di euro. Il calo delle erogazioni di sussidi pubblici si accompagna, sottolinea il rapporto, alla diffusa riduzione di tutte le risorse amministrate dalle Regioni: «le nuove regole sul Patto di Stabilità interno, più stringenti vincoli di bilancio e l'esaurimento di alcuni fondi comunitari - si legge nello studio - hanno disegnato un quadro particolarmente angusto per tutte le amministrazioni regionali». Dopo un biennio (2006-2007) in cui i flussi di risorse erogate dai governi regionali sono stati complessivamente pari a circa 900 milioni di euro annui, nel 2008 si è registrato un brusco rallentamento, con una contrazione particolarmente forte in regioni come Toscana (-59%), Umbria (-38%) nel Centro-Nord; Molise (-85%) e Basilicata (-70%) al Sud. In controtendenza solo i sussidi alle imprese messi in campo da Trentino (+35%), Valle d'Aosta (+31%) e Lazio (+12%). Complessivamente, calcolando risorse nazionali e regionali, nel Sud le erogazioni a sostegno alle imprese sono diminuite a causa della riduzione nella spesa destinata agli strumenti specifici di politica industriale (da 2 a 1,6 miliardi di euro. Il rapporto rileva, infine, che in Italia le piccole e medie imprese attive nella ricerca e nell'internazionalizzazione (le «micromultinazionali») siano il 5% delle imprese totali. E sono le prime a chiedere, in questo momento di crisi, «certezze di indirizzo e regole stabili» nella gestione degli aiuti pubblici alle aziende, come spiega il presidente del Met, Raffaele Brancati: «bisogna gestire le politiche con attenzione ai criteri operativi e ai criteri di accesso».
Sussidi pubblici alle aziende nel 2009, meno del previsto
on venerdì 18 settembre 2009
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